La pensione anticipata è una forma di trattamento previdenziale che permette ai lavoratori di uscire dal mondo del lavoro prima del raggiungimento dell’età prevista per la pensione di vecchiaia, attualmente fissata a 67 anni. È stata introdotta con la riforma del sistema previdenziale della Legge Fornero (art. 24, co. 10 del D.L. n. 201/2011) e ha sostituito la precedente pensione di anzianità, che considerava sia l’età anagrafica che l’anzianità contributiva.
A differenza della pensione di vecchiaia, che richiede il raggiungimento di un’età minima, la pensione anticipata si basa esclusivamente sul numero di anni di contributi versati.
In pratica la pensione anticipata offre una via d’uscita flessibile dal mondo del lavoro prima dell’età prevista per la pensione di vecchiaia, consentendo ai lavoratori di accedere al trattamento pensionistico sulla base dei soli requisiti contributivi. A seconda della carriera contributiva e delle specifiche situazioni lavorative, le opzioni e i benefici disponibili possono variare, permettendo di personalizzare il percorso verso il pensionamento.
Chi può richiedere la pensione anticipata?
La pensione anticipata può essere ottenuta da tutti i lavoratori iscritti alle gestioni previdenziali dell’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale), comprese le gestioni speciali come quella per i lavoratori autonomi. I requisiti contributivi sono i seguenti:
- 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini,
- 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne.
Fino al 31 dicembre 2024, grazie alla modifica introdotta dal D.L. n. 4/2019 e dalla legge di Bilancio 2024 (L. n. 213/2023), non si applicano gli adeguamenti alla speranza di vita stabiliti dall’ISTAT.
La finestra temporale per il pensionamento anticipato
Una volta maturati i requisiti contributivi, per la liquidazione della pensione è necessario attendere un periodo di “finestra” (cioè il tempo che intercorre tra la maturazione dei requisiti e l’effettiva erogazione della pensione) di 3 mesi, durante il quale il lavoratore può continuare a svolgere attività lavorativa. Non è richiesto un requisito minimo di età.
A partire dal 2025, la finestra sarà gradualmente estesa, arrivando a 9 mesi nel 2028, per i lavoratori iscritti alle ex Casse amministrate dal Tesoro (CPDEL, CPS, CPI e CPUG), come previsto dall’art. 1, co. 162, della Legge di Bilancio 2024.
Facciamo un esempio: Maria, una lavoratrice dipendente, ha maturato i requisiti per la pensione anticipata (41 anni e 10 mesi di contributi per le donne) il 1° giugno 2024. Maria deve attendere un periodo di 3 mesi dopo aver maturato i requisiti.
- Data di maturazione del requisito: 1° giugno 2024.
- Finestra di attesa: 3 mesi (giugno, luglio, agosto).
- Data di decorrenza della pensione: Maria inizierà a percepire la pensione dal 1° settembre 2024.
Durante questi 3 mesi, Maria può scegliere di continuare a lavorare o cessare l’attività lavorativa, ma l’assegno pensionistico sarà erogato a partire dal 1° settembre 2024.
È necessario interrompere il lavoro per accedere alla pensione anticipata?
Per avere diritto alla pensione anticipata, è obbligatorio cessare ogni attività di lavoro subordinato. Non è invece richiesta l’interruzione di attività lavorative autonome o parasubordinate, come le collaborazioni. I lavoratori che proseguono un’attività part-time, in base all’art. 1 co. 7 del D.Lgs. n. 503/1992 e art. 1 co. 20 della L. n. 335/1995, possono accedere alla pensione senza interrompere il rapporto lavorativo.
Una volta cessata l’attività di lavoro subordinato e iniziata la percezione della pensione, è possibile riprendere un nuovo rapporto di lavoro subordinato, poiché il D.L. n. 112/2008 consente la piena cumulabilità tra pensione anticipata e redditi da lavoro.
Contributi utili per ottenere la pensione anticipata
I contributi validi per la pensione anticipata comprendono diverse tipologie. Ecco le principali:
a. Contributi obbligatori: sono quelli versati automaticamente durante i periodi di lavoro dipendente o autonomo. Sono i contributi standard che ogni lavoratore accumula in base alle retribuzioni ricevute e ai periodi di attività lavorativa svolti.
b. Contributi figurativi: sono contributi accreditati senza un effettivo versamento da parte del lavoratore o del datore di lavoro, ma riconosciuti dall’INPS in specifiche situazioni di inattività lavorativa, come malattia, maternità o disoccupazione. Sono considerati utili per il raggiungimento del requisito contributivo, seppur con alcune limitazioni. I principali casi in cui possono essere riconosciuti i contributi figurativi sono la Malattia, Maternità e paternità, Disoccupazione indennizzata, Servizio militare.
c. Contributi da riscatto: sono versamenti facoltativi effettuati dal lavoratore per coprire determinati periodi non lavorati, ma che possono essere considerati utili ai fini pensionistici. I periodi riscattabili includono:
- Riscatto degli anni di laurea: I lavoratori possono riscattare il periodo degli studi universitari per far valere gli anni passati all’università come contributi ai fini pensionistici. Il riscatto è a pagamento e il costo varia a seconda dell’età e della retribuzione del lavoratore al momento della richiesta.
- Riscatto di altri periodi non coperti da contribuzione: Alcuni periodi di attività lavorativa svolta senza versamento di contributi (es. collaborazione occasionale) o i periodi di formazione professionale possono essere riscattati, sempre a pagamento. Il riscatto degli anni di laurea e di altri periodi non coperti da contribuzione può contribuire a raggiungere il requisito contributivo per la pensione anticipata, accelerando il pensionamento.
d. Contributi volontari: sono versati direttamente dal lavoratore che sceglie di continuare a contribuire anche dopo aver interrotto l’attività lavorativa. Questa opzione è particolarmente utile per chi desidera colmare i buchi contributivi o raggiungere più rapidamente i requisiti per la pensione anticipata.
Tuttavia, per avere diritto alla pensione anticipata è necessario che almeno 35 anni di contributi siano effettivi, al netto dei contributi figurativi relativi a periodi di disoccupazione indennizzata, malattia o infortunio non coperti dal datore di lavoro (art. 22 co. 1 della L. n. 153/1969; circ. INPS 180/2014).
Chi opta per il calcolo contributivo integrale o chi non ha contribuzione prima del 1996 non può includere nel calcolo contributi derivanti dalla prosecuzione volontaria del versamento (art. 1 co. 7 della L. n. 335/1995).
Cumulo contributivo
Il cumulo contributivo è una possibilità che consente ai lavoratori di sommare i periodi contributivi maturati in diverse gestioni previdenziali (compresa la Gestione Separata INPS e le casse professionali) per ottenere il diritto alla pensione, senza trasferire i contributi da una gestione all’altra.
I lavoratori che hanno versato contributi in diverse gestioni previdenziali possono usufruire del cumulo contributivo per raggiungere il requisito richiesto per la pensione anticipata. Questo istituto consente di sommare i contributi versati in più gestioni (es. gestione separata, casse professionali) per ottenere un unico trattamento pensionistico.
Il cumulo è regolato dall’art. 1 co. 239 e ss. della L. n. 228/2012, modificato dalla L. n. 232/2016, ed è particolarmente utile per chi ha carriere discontinue o con diverse forme di lavoro.
Come si calcola la pensione anticipata?
Il calcolo della pensione anticipata segue lo stesso criterio applicato per gli altri trattamenti pensionistici e varia in base al sistema previdenziale a cui appartiene il lavoratore:
- Sistema retributivo fino al 31 dicembre 2011, contributivo successivo: per chi ha almeno 18 anni di contribuzione al 31 dicembre 1995.
- Sistema misto (retributivo fino al 31 dicembre 1995, contributivo dopo): per chi ha meno di 18 anni di contribuzione al 31 dicembre 1995.
- Sistema contributivo integrale: per chi non possiede contribuzione al 31 dicembre 1995 o sceglie l’opzione per il calcolo contributivo.
In caso di pensione anticipata in regime di cumulo, vengono presi in considerazione tutti i contributi accreditati nelle gestioni INPS. Non vengono invece conteggiati i contributi accreditati nelle casse professionali per il raggiungimento dei 18 anni di contribuzione al 31 dicembre 1995. Ogni gestione previdenziale liquida la quota di competenza secondo le proprie regole.
La pensione anticipata può inoltre essere integrata al trattamento minimo o beneficiare delle maggiorazioni sociali, come il cosiddetto incremento al milione o la quattordicesima, qualora sussistano le condizioni.
Come richiedere la pensione anticipata?
La domanda per la pensione anticipata deve essere presentata tramite il portale INPS, utilizzando credenziali SPID, CNS o CIE 3.0. È necessario accedere al servizio “Domanda di prestazioni pensionistiche” e selezionare “Nuova prestazione pensionistica” per poi scegliere “Pensione anticipata”.
Durante la procedura, l’utente deve fornire diverse informazioni, tra cui:
- Il fondo o i fondi a cui è iscritto,
- La data di cessazione del rapporto di lavoro,
- Dati relativi ai redditi e al pagamento della pensione.
La procedura consente anche di richiedere accrediti di contributi figurativi, servizi militari, o l’integrazione al minimo. È possibile ricevere supporto dal contact center INPS o dai patronati.
Chi ha diritto alla pensione anticipata con requisito ridotto?
Alcuni lavoratori possono accedere alla pensione anticipata con 41 anni di contributi (più 3 mesi di finestra) se rientrano tra i lavoratori precoci, ovvero coloro che hanno almeno 12 mesi di contribuzione effettiva prima del compimento dei 19 anni (non è valida la contribuzione da accreditamento del servizio militare o da riscatto di laurea).
Per accedere a questa agevolazione, i lavoratori devono appartenere a specifiche categorie tutelate:
– Disoccupati: Devono aver perso il lavoro involontariamente e aver concluso da almeno 3 mesi la percezione dell’indennità di disoccupazione (Naspi o altra misura analoga).
– Caregiver: coloro che assistono da almeno 6 mesi un familiare disabile grave (ai sensi della L. n. 104/1992).
– Lavoratori con invalidità: superiore o pari al 74%.
– Lavoratori addetti a mansioni gravose: specifiche categorie di lavoratori che hanno svolto mansioni gravose per almeno 6 anni negli ultimi 7 prima del pensionamento.
– Lavoratori addetti a lavori usuranti o notturni: Questi lavoratori rientrano nelle categorie definite dal D.lgs. n. 67/2011.
Come richiedere la pensione anticipata con requisito ridotto?
La domanda per la certificazione dei requisiti deve essere presentata all’INPS entro il 1° marzo dell’anno in cui si maturano i requisiti. In caso di presentazione tardiva (entro il 30 novembre), l’accesso alla pensione sarà subordinato alla disponibilità delle risorse finanziarie.
Una volta ottenuta la certificazione, è possibile presentare la domanda definitiva di pensione anticipata.
Pensione anticipata a 64 anni
La pensione anticipata a 64 anni è una forma di pensionamento dedicata a coloro che non hanno maturato contribuzione prima del 1° gennaio 1996 e che pertanto vedono il loro assegno pensionistico calcolato interamente con metodo contributivo. Questo trattamento pensionistico, regolato dall’art. 24, co. 11 del D.L. n. 201/2011, consente di ritirarsi dal lavoro prima del raggiungimento dell’età ordinaria per la pensione di vecchiaia, ma a determinate condizioni:
- Almeno 20 anni di contributi (tutti ad esclusione dei contributivi figurativi da disoccupazione o malattia non integrata)
- Età anagrafica pari a 64 anni (requisito univoco sia per uomini che per donne)
- Importo minimo della pensione: La pensione deve avere un importo mensile pari ad almeno 3 volte l’assegno sociale (1.603,23 euro per il 2024).
- Per le donne con un figlio, l’importo minimo è pari a 2,8 volte l’assegno sociale (1.496,35 euro).
- Per le donne con due o più figli, l’importo minimo scende a 2,6 volte l’assegno sociale (1.389,47 euro).
Per poter accedere alla pensione, è previsto un periodo di attesa (finestra) di 3 mesi dopo il raggiungimento dei requisiti contributivi.
Per raggiungere i 20 anni di contributi richiesti, è possibile utilizzare il cumulo dei contributi versati in diverse gestioni previdenziali, inclusi i contributi versati presso le casse professionali.
Dal 2024, è introdotto un tetto massimo all’importo della pensione anticipata, che non può superare 5 volte il trattamento minimo (circa 2.993,05 euro per il 2024) fino al raggiungimento dell’età pensionabile ordinaria di 67 anni.
Questa opzione è pensata per chi ha contribuzione esclusivamente dopo il 1996 e consente il pensionamento anticipato con requisiti agevolati, ma con la garanzia di un importo pensionistico adeguato.
Pensione anticipata per lavoratori con contributi pre-1995
I lavoratori con contribuzione accreditata prima del 1995 possono accedere alla pensione anticipata a 64 anni, utilizzando il computo nella Gestione Separata. Per farlo, devono soddisfare le seguenti condizioni:
- Almeno 15 anni di contributi totali, di cui 5 accreditati dopo il 1° gennaio 1996,
- Meno di 18 anni di contribuzione al 31 dicembre 1995 e almeno un contributo nella Gestione Separata
Esempio di pensione anticipata con lavoratore dipendente
Giovanni è un lavoratore dipendente che ha iniziato a lavorare all’età di 20 anni senza nessun tipo di interruzione. Ora ha 62 anni e si chiede se può andare in pensione anticipata. Ha versato regolarmente i contributi durante tutta la sua carriera lavorativa. Per accedere alla pensione anticipata, i requisiti contributivi attuali sono per gli Uomini 42 anni e 10 mesi di contributi.
Giovanni ha accumulato 42 anni di contributi, ma per poter accedere alla pensione anticipata gli mancano ancora 10 mesi di contributi per raggiungere i 42 anni e 10 mesi, che è il requisito per gli uomini. Quindi, Giovanni dovrà lavorare ancora 10 mesi.
Una volta maturati i 42 anni e 10 mesi di contributi, Giovanni avrà diritto alla pensione anticipata, anche se non ha raggiunto l’età pensionabile ordinaria di 67 anni.
Per calcolare l’importo della pensione anticipata di Giovanni, verranno utilizzati i seguenti sistemi di calcolo, a seconda dei contributi maturati prima e dopo il 1996:
- Contributi versati prima del 1996: Saranno calcolati con il sistema retributivo, che si basa sulla media delle retribuzioni percepite negli ultimi anni di lavoro.
- Contributi versati dal 1996 in poi: Saranno calcolati con il sistema contributivo, che si basa sui contributi effettivamente versati e applica un coefficiente di trasformazione legato all’età.
Supponiamo che Giovanni abbia percepito uno stipendio medio lordo annuo di €40.000 negli ultimi anni. Ecco una stima approssimativa del suo assegno pensionistico:
- Quota retributiva (contributi fino al 1995):
- Supponiamo che Giovanni abbia maturato 15 anni di contributi prima del 1996. Questa parte della sua pensione sarà calcolata con il sistema retributivo, che potrebbe portare a una quota di circa €1.200 lordi al mese.
- Quota contributiva (contributi dal 1996 in poi):
- Giovanni ha maturato 27 anni di contributi dal 1996 in poi. Questa parte sarà calcolata con il sistema contributivo e potrebbe corrispondere a circa €900 lordi al mese.
Sommando le due quote, l’importo stimato della pensione di Giovanni potrebbe essere di circa €2.100 lordi al mese. Tuttavia, l’importo effettivo dipenderà dai dettagli specifici del suo percorso contributivo e dalle regole applicabili al momento della richiesta.
Una volta maturati i 42 anni e 10 mesi di contributi, Giovanni dovrà attendere un periodo di finestra di 3 mesi prima di iniziare a percepire il primo assegno pensionistico. Durante questo periodo, potrà continuare a lavorare o cessare l’attività.
Giovanni, avendo iniziato a lavorare a 20 anni e avendo accumulato 42 anni di contributi, potrà andare in pensione anticipata una volta maturati 42 anni e 10 mesi di contribuzione. Dopo aver maturato i requisiti contributivi, dovrà attendere un periodo di finestra di 3 mesi prima di iniziare a percepire l’assegno pensionistico.