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Guida Completa all’Assegno Sociale 2024 : Requisiti, Importi e Procedure

Indice

Che cosa è l’assegno sociale

L’assegno sociale è una prestazione economica di tipo assistenziale erogata su domanda dall’INPS a coloro che hanno compiuto 67 anni di età e si trovano in condizioni di disagio economico e non hanno redditi superiori ai limiti previsti dalla legge. L’istituto dell’Assegno Sociale venne introdotto dall’art. 3 co.6 della legge 8 agosto 1995 n. 335 (Riforma del sistema pensionistico obbligatorio e complementare), conosciuta come Riforma Dini, e ha sostituito la precedente pensione sociale.

Si tratta, quindi, di una prestazione erogata dall’INPS, finalizzata a garantire un minimo di sussistenza a chi non dispone di altri mezzi sufficienti per vivere.

L’assegno sociale non è definitivo e ha un carattere provvisorio. L’INPS, infatti, effettua una verifica annuale dei requisiti socioeconomici del beneficiario per confermare il diritto alla prestazione. Se durante questa verifica si accerta che il beneficiario ha superato i limiti di reddito o ha cambiato residenza, l’assegno può essere sospeso o revocato.

A differenza di altre prestazioni, non richiede il possesso di requisiti sanitari, contributivi o assicurativi. Pertanto, l’assegno sociale è accessibile anche a chi non ha mai lavorato o versato contributi previdenziali durante la propria vita.

L’assegno sociale non è reversibile ai familiari superstiti in caso di decesso del beneficiario. A differenza di altri trattamenti pensionistici, come le pensioni di vecchiaia o le pensioni di reversibilità, l’assegno sociale è una prestazione assistenziale basata sulla condizione personale di bisogno del beneficiario, e non sui contributi versati durante la vita lavorativa. Quando il beneficiario dell’assegno sociale muore, il pagamento dell’assegno viene interrotto a partire dal mese successivo al decesso. I familiari superstiti non hanno diritto ad alcuna forma di pensione di reversibilità o a un trattamento economico sostitutivo.

La disciplina dell’assegno sociale è regolata da diverse leggi e circolari, tra cui la Circolare INPS n. 208 del 1996, che ha introdotto l’assegno sociale, e successive modifiche legislative che hanno adeguato gli importi e i requisiti.

Requisiti per ottenere l’Assegno Sociale

Per poter beneficiare dell’assegno sociale, bisogna soddisfare i seguenti requisiti:

  1. Stato di bisogno economico: nel contesto dell’assegno sociale, lo stato di bisogno si riferisce alla mancanza di mezzi finanziari necessari per soddisfare i bisogni essenziali della vita quotidiana. La valutazione dello stato di bisogno si basa principalmente sul reddito personale o, nel caso di soggetti coniugati, sul reddito complessivo del nucleo familiare.
  2. Requisito Anagrafico: l’età minima è 67 anni sia per uomini che per donne, in linea con il requisito per la pensione di vecchiaia. Questo requisito è soggetto a futuri adeguamenti in base alle variazioni dell’aspettativa di vita.
  3. Requisito di Residenza: è necessario avere la residenza effettiva e continuativa in Italia. L’assegno sociale non è esportabile, il che significa che, se si vive all’estero per più di 29 giorni consecutivi, l’erogazione dell’assegno viene sospesa. Dopo 12 mesi di soggiorno all’estero, l’assegno viene revocato.
  4. Cittadinanza: possono richiederlo cittadini italiani, comunitari con residenza in Italia da almeno 10 anni, ed extracomunitari con permesso di soggiorno di lungo periodo, anch’essi residenti in Italia da almeno 10 anni.
  5. Requisiti Reddituali: l’assegno sociale è concesso solo a chi ha redditi inferiori ai limiti stabiliti dalla legge. I limiti sono fissati annualmente e differiscono se si è coniugati o meno.

Limiti Reddituali e Importo dell’Assegno Sociale

Per il 2024, l’importo dell’assegno sociale è pari a €534,41 mensili per un totale di 13 mensilità, ovvero €6.947,33 all’anno.

  • Per i non coniugati:
    • Se il reddito è pari a zero, l’assegno sociale viene corrisposto in misura piena.
    • Se il reddito è inferiore a €6.947,33 l’importo dell’assegno sarà ridotto della differenza tra il limite e il reddito personale.
  • Per i coniugati:
    • Il limite di reddito annuo è €13.894,66 (ovvero il doppio del limite individuale).
    • Anche in questo caso, se il reddito familiare è inferiore a tale cifra, si ha diritto all’assegno ridotto.

Questi limiti di reddito vengono elevati annualmente, contestualmente alla perequazione dell’assegno sociale.

Calcolo dell’Importo Ridotto

Il calcolo è relativamente semplice:

  • Caso di un singolo non coniugato:
    • Se il reddito personale è di €3.000 annui, l’importo dell’assegno sociale sarà €6.947,33 – €3.000 = €3.947,33. Dividendo questo per 13, si ottiene l’importo mensile di €303,64.
  • Caso di un soggetto coniugato:
    • Se il reddito familiare è di €8.000, l’importo sarà €13.894,66 – €8.000 = €5.894,66. Dividendo per 13, l’importo mensile è di €453,44.

 

Decorrenza dell’Assegno Sociale

La decorrenza dell’assegno sociale, cioè la data da cui viene effettivamente erogata la prestazione, è stabilita in base a quando viene presentata la domanda all’INPS. In generale, l’assegno sociale decorre a partire dal primo giorno del mese successivo a quello in cui è stata presentata la domanda da parte del richiedente.

Ad esempio, se la domanda viene presentata il 15 marzo, l’erogazione dell’assegno sociale inizierà dal 1° aprile dello stesso anno. Questo vale sia per la prima volta che si fa richiesta dell’assegno sociale, sia per gli anni successivi nel caso in cui il beneficiario mantenga i requisiti necessari per continuare a riceverlo.

È importante sottolineare che l’assegno sociale non è retroattivo. Ciò significa che non verranno riconosciuti arretrati per periodi precedenti alla presentazione della domanda, anche se il richiedente avesse già soddisfatto i requisiti per ottenere l’assegno.

Per garantire che la decorrenza avvenga senza ritardi, è essenziale presentare la domanda correttamente e in modo tempestivo, allegando tutta la documentazione necessaria per dimostrare il possesso dei requisiti previsti dalla normativa.

Redditi da Considerare e Redditi Esclusi

Per quanto riguarda l’assegno sociale, è fondamentale distinguere tra i redditi che vengono presi in considerazione e quelli che invece sono esclusi dal calcolo per verificare il diritto e l’importo della prestazione. L’INPS, infatti, valuta la situazione reddituale del richiedente per determinare se rientra nei limiti previsti dalla legge.

Redditi da Considerare:

  1. Redditi di qualsiasi natura: Questo comprende tutti i redditi derivanti da lavoro dipendente o autonomo, pensioni, rendite, assegni alimentari e altre forme di reddito che il richiedente percepisce. Anche i redditi soggetti a tassazione, come quelli derivanti da affitti, devono essere inclusi.
  2. Redditi esenti da imposta: Anche i redditi che non sono soggetti a tassazione, come determinate pensioni sociali o redditi derivanti da alcune prestazioni assistenziali, rientrano nella valutazione complessiva.
  3. Redditi derivanti da attività lavorative: Se il richiedente continua a lavorare, il reddito che deriva da questa attività sarà conteggiato, anche se svolge un lavoro occasionale o part-time.
  4. Pensioni estere: Nel caso in cui il richiedente riceva una pensione da un altro Stato, anche questa viene considerata ai fini del calcolo dell’assegno sociale.

Redditi Esclusi:

  1. Trattamento di fine rapporto (TFR): Gli importi ricevuti come liquidazione al termine del rapporto di lavoro, ovvero il TFR, non vengono conteggiati come reddito per l’assegno sociale.
  2. Casa di abitazione: Il valore dell’immobile in cui il richiedente risiede e abita non è considerato un reddito. In altre parole, se il richiedente è proprietario della casa in cui vive, questa non incide sul calcolo del reddito ai fini dell’assegno sociale.
  3. Indennità di accompagnamento: Se il richiedente percepisce un’indennità di accompagnamento, questa non viene inclusa nel calcolo del reddito complessivo. L’indennità di accompagnamento è un contributo erogato a chi necessita di assistenza continua per la propria invalidità e, quindi, è esente dal conteggio.

È essenziale conoscere queste differenze per capire esattamente come l’INPS determina il diritto e l’importo dell’assegno sociale. La verifica dei redditi è un passaggio chiave e l’INPS effettua controlli annuali per accertarsi che il beneficiario continui a rispettare i requisiti economici previsti dalla normativa.

Assegno Sociale e IRPEF

L’assegno sociale è esente dall’IRPEF, l’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche. Questo significa che l’importo ricevuto dai beneficiari dell’assegno sociale non è soggetto a tassazione e non deve essere incluso nella dichiarazione dei redditi.

Essendo una prestazione assistenziale, il suo scopo è di fornire un sostegno economico alle persone che si trovano in condizioni di bisogno e disagio economico, indipendentemente dai contributi previdenziali versati. Proprio per questo motivo, l’assegno sociale viene trattato fiscalmente in maniera differente rispetto alle altre pensioni e rendite, rendendo il suo importo interamente “netto” e non tassabile.

Questa caratteristica rende l’assegno sociale particolarmente vantaggioso, poiché il beneficiario riceve l’intera somma prevista dalla legge senza subire alcuna decurtazione fiscale. Questa esenzione contribuisce a garantire un sostegno economico adeguato a chi si trova in una situazione di necessità, assicurando che l’importo dell’assegno rimanga invariato anche nel caso di eventuali variazioni nelle aliquote fiscali o nelle normative relative all’IRPEF.

In sintesi, l’esenzione dall’IRPEF dell’assegno sociale è un aspetto importante che lo distingue da altre forme di reddito, assicurando ai beneficiari un sostegno completo e non soggetto a tassazione.

Come Presentare la Domanda

Per presentare la domanda per l’assegno sociale, è importante seguire alcuni passaggi chiari e semplici. Innanzitutto, la procedura è completamente telematica, il che significa che la domanda deve essere inoltrata tramite i canali digitali messi a disposizione dall’INPS.

Ci sono diverse opzioni tra cui scegliere per presentare la domanda: la prima opzione è utilizzare il portale web dell’INPS, ma per accedere a questo servizio è necessario disporre delle credenziali SPID, della Carta d’Identità Elettronica (CIE) o della Carta Nazionale dei Servizi (CNS).

Una volta in possesso delle credenziali, basta accedere al sito dell’INPS e cercare la sezione dedicata all’assegno sociale, dove troverai la possibilità di compilare la domanda online inserendo tutte le informazioni richieste in modo accurato.

Se non si è pratici con l’uso di internet, un’altra opzione è quella di rivolgersi al Contact Center dell’INPS chiamando il numero 803 164 da rete fissa (che è gratuito) o il numero 06 164 164 da cellulare (con tariffa a pagamento). Un operatore sarà in grado di guidarvi attraverso il processo e completare la domanda per te.

Infine, se si preferisce un supporto più personale, ci si può rivolgersi a un patronato che saprà assistere nella compilazione e nella presentazione della domanda. Questa opzione è particolarmente utile per chi non ha molta dimestichezza con le procedure telematiche o se si ha bisogno di assistenza con la documentazione.

Parlando della documentazione necessaria, è fondamentale essere preparati con tutto ciò che è richiesto per evitare ritardi nell’elaborazione della domanda. Si dovrà avere a portata di mano un documento d’identità valido e il codice fiscale, inoltre, se si è un cittadino extracomunitario, è necessario presentare anche il permesso di soggiorno.

Non bisogna dimenticare di fornire una dichiarazione dei redditi o un’autocertificazione dei redditi personali e/o familiari, poiché l’assegno sociale è subordinato alla verifica della situazione economica. Se, si è coniugato, potrebbe essere richiesto anche lo stato di famiglia per confermare il stato civile e i relativi redditi familiari.

Una volta completata la domanda e presentata tutta la documentazione, l’INPS effettuerà le verifiche del caso per assicurarsi che si abbia diritto alla prestazione.

Se la domanda viene accolta, l’erogazione dell’assegno sociale avviene dal primo giorno del mese successivo a quello in cui è stata presentata la domanda, e l’importo viene versato direttamente sul conto corrente che si è indicato.

 Incompatibilità dell’Assegno Sociale

L’assegno sociale presenta alcune incompatibilità che devono essere considerate prima di presentare la domanda o durante la percezione della prestazione. A differenza delle pensioni tradizionali, l’assegno sociale è una prestazione assistenziale e non contributiva, quindi è subordinato a una serie di condizioni economiche e personali.

Le principali Incompatibilità dell’Assegno Sociale sono

  1. Pensioni di Invalidità Civile: l’assegno sociale non è compatibile con le pensioni di invalidità civile. Se un individuo percepisce già un assegno per invalidità, non può richiedere o ricevere contemporaneamente l’assegno sociale. Questo perché entrambe le prestazioni hanno lo scopo di fornire un sostegno economico in situazioni di disagio e non possono coesistere.
  2. Pensioni di Vecchiaia, Invalidità e Reversibilità: se una persona percepisce una pensione diretta (come quella di vecchiaia o di invalidità) o una pensione di reversibilità, queste potrebbero incidere sulla possibilità di ottenere l’assegno sociale. In particolare, se i redditi complessivi derivanti da queste pensioni superano i limiti reddituali previsti per l’assegno sociale, il diritto a quest’ultimo viene meno. In pratica, non è possibile ottenere l’assegno sociale se il reddito complessivo (personale o coniugale) supera il tetto stabilito dalla legge.
  3. Indennità di Accompagnamento: l’indennità di accompagnamento, che è una prestazione erogata a persone con disabilità gravi, non è compatibile con l’assegno sociale. Anche se l’assegno sociale e l’indennità di accompagnamento possono sembrare prestazioni diverse, il principio alla base dell’incompatibilità è che l’assegno sociale è rivolto a chi si trova in uno stato di bisogno economico e non deve percepire altre prestazioni similari che già garantiscono un sostegno.
  4. Redditi Superiori ai Limiti Previsti dalla Legge: un’altra incompatibilità importante riguarda il superamento dei limiti reddituali stabiliti annualmente dalla legge. L’assegno sociale viene concesso solo a chi dimostra di avere redditi inferiori a una certa soglia. Se il beneficiario, nel corso del tempo, dovesse superare questi limiti (ad esempio, per un aumento del reddito personale, del coniuge o per l’inizio di un’attività lavorativa), l’assegno sociale potrebbe essere sospeso o revocato.

Sospensione dell’Assegno Sociale

La sospensione dell’assegno sociale avviene quando il beneficiario non rispetta alcune condizioni fondamentali, in particolare quella della residenza. Se il titolare dell’assegno sociale soggiorna all’estero per un periodo superiore a 29 giorni consecutivi, l’erogazione dell’assegno viene sospesa. Questo perché la legge prevede che l’assegno sia destinato esclusivamente a chi ha residenza effettiva e stabile in Italia. La sospensione dell’assegno sociale rimane in vigore finché il beneficiario non dimostra di essere rientrato in Italia e di aver ripreso la residenza effettiva nel Paese.

Revoca dell’Assegno Sociale

La revoca è una misura più definitiva e si applica quando le condizioni di base per ottenere l’assegno sociale vengono meno in modo permanente. Ci sono principalmente due casi in cui può avvenire la revoca dell’assegno sociale:

  • Soggiorno all’estero per oltre 12 mesi: Se il beneficiario si trattiene all’estero per un periodo superiore a un anno, l’assegno sociale viene revocato in modo definitivo. Questo perché si considera che il beneficiario non abbia più diritto alla prestazione non avendo più la residenza stabile in Italia.
  • Superamento dei limiti di reddito: L’INPS effettua annualmente verifiche sulla situazione reddituale del beneficiario. Se, in seguito a queste verifiche, si scopre che il reddito del beneficiario (o del nucleo familiare, se coniugato) ha superato i limiti stabiliti dalla legge, l’assegno sociale può essere revocato. Anche la variazione della situazione familiare, come il matrimonio o il conseguimento di un’altra forma di reddito, può comportare la revoca dell’assegno sociale.

Conseguenze della Revoca

In caso di revoca, il beneficiario perde definitivamente il diritto all’assegno sociale e dovrà eventualmente restituire le somme percepite in modo indebito, se l’INPS accerta che la revoca è dovuta a informazioni false o non dichiarate correttamente.

In conclusione, la sospensione e la revoca dell’assegno sociale rappresentano meccanismi di controllo e verifica per assicurare che questa prestazione venga erogata solo a chi effettivamente ne ha diritto, mantenendo così la natura assistenziale e di sostegno di questa misura.

Differenze tra assegno sociale e Pensione di vecchiaia

L’Assegno Sociale e la Pensione di Vecchiaia sono due prestazioni diverse che, pur essendo entrambe erogate dall’INPS, hanno finalità, requisiti e modalità di accesso completamente differenti.

L’assegno sociale nasce come una misura di sostegno per chi si trova in condizioni economiche difficili, soprattutto per quelle persone che non hanno un reddito sufficiente per mantenersi. Si tratta di una prestazione assistenziale e non richiede contributi previdenziali pregressi. Questo significa che anche chi non ha mai lavorato o non ha versato contributi può richiedere l’assegno sociale, a condizione di soddisfare i requisiti economici previsti dalla legge.

La pensione di vecchiaia, invece, è una prestazione previdenziale che si basa sui contributi versati durante la vita lavorativa. In sostanza, rappresenta un diritto che il lavoratore si costruisce nel tempo attraverso i contributi che ha versato durante gli anni di attività lavorativa. Quindi, a differenza dell’assegno sociale, la pensione di vecchiaia è strettamente legata all’attività lavorativa svolta e al pagamento dei contributi.

Entrambe le prestazioni richiedono che il richiedente abbia raggiunto almeno 67 anni di età, ma qui si fermano le somiglianze. Per l’assegno sociale, l’unico requisito anagrafico è l’età: non è necessario aver versato contributi. Tuttavia, questo requisito può essere soggetto ad adeguamenti in base all’aspettativa di vita.

Per la pensione di vecchiaia, oltre ad avere 67 anni, è fondamentale aver maturato almeno 20 anni di contributi. Questo significa che solo chi ha lavorato e ha versato contributi per un periodo sufficiente può accedere alla pensione di vecchiaia. Quindi, mentre l’assegno sociale si rivolge a chiunque si trovi in situazioni di bisogno economico a prescindere dalla storia lavorativa, la pensione di vecchiaia è riservata a chi ha maturato una certa anzianità contributiva.

Un’altra grande differenza riguarda i limiti di reddito. L’assegno sociale è destinato a chi si trova in condizioni di disagio economico; pertanto, viene concesso solo se il beneficiario rientra entro i limiti di reddito stabiliti dalla legge.

Invece, per la pensione di vecchiaia, non ci sono vincoli di reddito: chi ha versato i contributi necessari può ottenere la pensione, indipendentemente dal reddito personale o familiare. Questo riflette il carattere assicurativo e previdenziale della pensione di vecchiaia rispetto all’aspetto assistenziale dell’assegno sociale.

L’importo dell’assegno sociale è fisso e determinato annualmente dall’INPS. Per il 2024, l’importo mensile massimo, come visto, è €534,41 mensili per 13 mensilità, pari a €6.947,33 all’anno. Tuttavia, l’assegno può essere ridotto in funzione degli altri redditi percepiti dal beneficiario.

Al contrario, l’importo della pensione di vecchiaia dipende dai contributi effettivamente versati durante la vita lavorativa e dal sistema di calcolo applicato (retributivo, contributivo o misto). Questo significa che chi ha versato contributi più elevati o per un periodo più lungo riceverà una pensione più alta, mentre chi ha versato meno avrà una pensione inferiore.

Un elemento importante da sottolineare è che l’assegno sociale ha un carattere provvisorio. L’INPS, infatti, effettua verifiche annuali per accertarsi che il beneficiario continui a rispettare i requisiti reddituali e di residenza. Se le condizioni economiche del beneficiario migliorano o se risulta un soggiorno prolungato all’estero, l’assegno può essere sospeso o revocato.

La pensione di vecchiaia, invece, è definitiva una volta riconosciuta. A meno che non vi siano casi di frode o errori amministrativi, il beneficiario ha diritto alla pensione per tutta la vita senza ulteriori verifiche periodiche.

Per quanto riguarda la cumulabilità con altre prestazioni, l’assegno sociale è cumulabile solo entro i limiti di reddito previsti dalla legge. Questo significa che se il beneficiario percepisce altri redditi, l’importo dell’assegno sociale verrà ridotto o, in certi casi, annullato.

La pensione di vecchiaia, invece, è cumulabile con altri redditi da lavoro o pensioni senza alcuna limitazione, il che la rende una prestazione molto più stabile e sicura dal punto di vista economico.

Infine, una differenza sostanziale riguarda la reversibilità. L’assegno sociale non è reversibile ai familiari superstiti: in caso di decesso del beneficiario, la prestazione si interrompe definitivamente. Ciò riflette il carattere personale e assistenziale dell’assegno sociale, che è legato alla condizione di bisogno del singolo beneficiario.

La pensione di vecchiaia, invece, può essere trasferita ai familiari superstiti (ad esempio, al coniuge o ai figli) sotto forma di pensione di reversibilità. Questo garantisce un supporto economico ai familiari anche dopo la scomparsa del pensionato, un aspetto molto importante per la sicurezza economica della famiglia del beneficiario.

Differenze tra Assegno Sociale e Trattamento Minimo di Pensione

Le differenze tra l’assegno sociale e il trattamento minimo di pensione sono molteplici, e comprenderle è essenziale per chi cerca informazioni su queste due forme di sostegno economico.

Iniziamo dalla natura delle due prestazioni. L’assegno sociale è una misura assistenziale pensata per sostenere le persone in età avanzata che si trovano in condizioni di difficoltà economica e che non hanno versato contributi previdenziali sufficienti durante la loro vita lavorativa. Per questo motivo, l’assegno sociale non può essere considerato una pensione vera e propria, ma piuttosto un aiuto economico per chi non ha altre fonti di reddito.

Al contrario, il trattamento minimo di pensione è una misura previdenziale. Questo significa che viene riconosciuto a coloro che hanno maturato il diritto a una pensione di vecchiaia, anzianità o invalidità grazie ai contributi versati durante la loro carriera lavorativa.

Tuttavia, il trattamento minimo interviene quando la pensione maturata risulta essere inferiore a una soglia minima stabilita annualmente per garantire un livello di vita dignitoso al pensionato. In altre parole, il trattamento minimo non è una prestazione autonoma, ma un’integrazione che eleva l’importo della pensione già maturata fino a raggiungere un livello considerato minimo per il sostentamento.

Un altro aspetto che differenzia le due prestazioni è rappresentato dai requisiti di reddito.

Per ottenere l’assegno sociale, bisogna rientrare in determinati limiti di reddito stabiliti dalla legge, che variano a seconda che si tratti di un soggetto singolo o coniugato. Ad esempio, se un soggetto non è sposato, il suo reddito annuo non deve superare un determinato limite per avere diritto all’assegno sociale completo.

In caso contrario, l’importo dell’assegno viene ridotto o addirittura non viene erogato. Quindi, è fondamentale dimostrare di essere in una situazione di bisogno economico per ricevere questa prestazione.

Nel caso del trattamento minimo di pensione, invece, non è richiesta alcuna verifica dei redditi se il pensionato non è coniugato. Se invece è coniugato, il reddito complessivo familiare deve rispettare alcuni limiti per poter ottenere l’integrazione al trattamento minimo.

Un altro punto importante da sottolineare riguarda il carattere provvisorio dell’assegno sociale rispetto al trattamento minimo.

L’assegno sociale viene erogato in via provvisoria, in quanto l’INPS effettua ogni anno delle verifiche sui requisiti reddituali e di residenza del beneficiario.

Al contrario, il trattamento minimo di pensione è una prestazione definitiva, nel senso che una volta riconosciuto, il pensionato ha diritto a percepirlo senza che sia soggetto a verifiche annuali sulla situazione economica, salvo casi di variazioni rilevanti come cambiamenti nel reddito coniugale.

Infine, c’è una differenza fondamentale in termini di reversibilità. L’assegno sociale non è reversibile, il che significa che alla morte del beneficiario, l’assegno cessa e non può essere trasferito ai familiari superstiti.

Al contrario, la pensione integrata al trattamento minimo, essendo una pensione vera e propria, può essere trasferita ai familiari superstiti, come il coniuge o i figli, sotto forma di pensione di reversibilità.

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